Na shledanou Praha!

Cinque giorni alla scoperta della capitale ceca

Venerdì 18 marzo 2005
E’ venerdì mattina e siamo seduti nella sala d’aspetto in attesa del nostro volo per Monaco di Baviera, intorno a noi solo uomini d’affari tedeschi, tutti rigorosamente in abito nero, camicia bianca e borsa di pelle nera; sarà ma sembrano fatti in serie…
Mentre viaggiamo sul bus che ci porta all’aereo mi ricordo di una piccola dimenticanza. Mi sono scordata di mettere l’etichetta con il nome al trolley che abbiamo imbarcato. Speriamo bene, che non sia questa la volta che mi perdono la valigia… Per una volta che me lo sono dimenticata!
Il bus si ferma davanti ad un aereo… che stiamo scherzando? Il velivolo della Air Dolomiti in tutta la sua piccolezza è li davanti a me… fortuna che a Caselle non ci sono 747 sulla pista altrimenti sembrerebbe ancora più piccolo di quello che mi sembra confrontandolo con i soliti Airbus.
E’ la prima volta che salgo su un aereo così piccolo e con le eliche dei motori esterne e la cosa non mi ispira molta fiducia: e se mentre vola un piccione finisce nelle eliche? Che succede… non è che lo sbatte tutto maciullato contro i finestrini? Meglio non pensare…
Il volo, a parte i dondolamenti che forse sono tipici del tipo di velivolo, fino a Monaco è tranquillo. Poi da Monaco, con un aereo un po’ più grosso ma sempre con le eliche esterne (questo particolare mi scombussola) andiamo a Praga. Sull’aereo ci sono alcune coppie di italiani che ovviamente si fanno subito riconoscere. Con fare da viaggiatori navigati ironizzano sul tipo di aereo e sulla sua solidità… Peccato che l’ultima parte del volo e l’atterraggio sia stato molto altalenante e una di queste viaggiatrici si è messe ad urlare manco stesse precipitando l’aereo! Insomma, forse era meglio che si tenevano il becco chiuso prima di fare tanto le gallette e per farsi poi queste figurare di xxxx!

Arrivati a Praga, recuperato il nostro trolley, andiamo a cercare la sede dell’agenzia viaggio con cui abbiamo effettuato la prenotazione dei pernottamenti per ritirare la chiave della nostra camera. Già la pensione che abbiamo scelto prevede la presenza di una persona alla receptions solo fino alle 13, così ci siamo accordati di ritirare la chiave della camera direttamente in aeroporto presso un loro ufficio. Queste cose mi lasciano sempre un po’ perplessa ma ogni tanto bisogna fidarsi.
Recuperata la chiave, le indicazioni su come raggiungere il centro città e i biglietti del bus necessari ci rechiamo alla fermata del bus 100, proprio davanti all’atrio degli arrivi dell’aeroporto, che non tarda ad arrivare. Arrivati al capolinea del bus, vicino ad un enorme centro commerciale, c’è la stazione della metropolitana (linea B) che ci porta dritti nel cuore di Praga passando sotto la Moldava. Il costo è veramente irrisorio, 12 corone a testa per tutto il tragitto. Noi scendiamo in Namestri Republiky a due passi dalla nostra pensione. Scesi dalla metropolitana ci tocca risalire una scala mobile, ripida da far paura, fa un certo effetto guardarsi indietro, meglio non pensare a come si possa rotolare magnificamente fino in fondo se uno perde l’equilibrio.
La Platan Pension si trova all’ultimo piano di uno di quei vecchi edifici con lo scalone tutto in pietra e l’ascensore posto nella tromba delle scale. Ancora uno di quei vecchi ascensori che ci sono nei vecchi palazzi di Torino con la struttura tutta in ferro.
La pensione è carina, tranquilla e silenziosa, soprattutto perché le camere sono solo otto. Le camere sono pulite e gli arredi sembrano nuovi. La nostra camera dispone di un letto matrimoniale con i comodini, un tavolo, due poltroncine e un armadio tutto in legno chiaro. Il bagno ha la doccia ed è molto carino. La nostra finestra non dà sulla strada e questa è una fortuna visto che c’è parecchio traffico, ma la vista sul cortile di questi palazzi non è che sia un granché. Nel corridoio c’è un frigorifero a disposizione di tutti, ogni piano del frigo, è stato contrassegnato con il numero di ciascuna stanza così ognuno sa dove mettere la sua roba e si spera si guardi bene dal mangiarsi quella degli altri.
Sistemiamo la nostra roba e usciamo per fare due passi e cena. E’ buio e inizia anche a piovere. Ma è mai possibile che ogni volta che andiamo da qualche parte sta accidenti di nuvoletta ci debba sempre venire appresso! Capisco che forse anche a lei piace viaggiare ma non può proprio esimersi dal farlo in nostra compagnia? Comunque percorriamo, senza ombrello, la Celetna, piena di negozi e vetrine e mangiamo un veloce hamburger da McDonalds; intanto la pioggia inizia ad essere più insistente.
Praga, capitale della Repubblica Ceca con una popolazione che supera di poco il milione di abitanti, è entrata nell’Unione Europea il 1 maggio 2004 (per questo non è più necessario il passaporto per entrare nel paese). E’ una città ricca di storia, monumenti, musei (le guide ne contano più di 20) e di parchi dove rilassarsi. Domani andremo alla scoperta di tutto questo. Chissà come sarà.

Sabato 19 marzo 2005
Ci svegliamo presto. Il tempo non è dei migliori: sembra che voglia piovere, tanto per cambiare.
La colazione viene direttamente servita in camera, è sufficiente mettere il naso fuori dalla camera e avvertire la tizia che si vuole la colazione e giusto il tempo di preparare il vassoio e la colazione è servita. C’è il the, lo yogurt, la marmellata, il miele, il burro e a seconda dei giorni anche del patè o del formaggio o la nutella e il pane o del pane tipo brioches.
Espletate le formalità per la registrazione e saldato il conto in corone con la carta di credito ci organizziamo per la nostra prima giornata a Praga.
Erano anni che ci volevo andare e finalmente eccomi qui. Usciamo che sta iniziando a piovere, non male come inizio… il cielo non promette bene per cui decidiamo di cominciare la nostra visita dal castello di Praga, dove se piove possiamo sempre visitare gli interni.
Per le strade non c’è nessuno, effettivamente non sono ancora le nove. Attraversiamo la famosa Staromestske Namesti con il suo orologio astronomico, praticamente deserta e proseguiamo verso il ponte Carlo (Karluv Most) anch’esso deserto. Facciamo qualche foto e ci godiamo la solitudine di questo posto ignari del fatto che da lì a poche ore sarebbe stato più affollato di una stazione di metropolitana in orario di punta.
Percorriamo le vie della città vecchia, dove i negozianti stanno aprendo le loro bottega per arrivare finalmente sul piazzale antistante il castello. Il castello fu fondato del IX secolo dal principe Borivoj. Gode di una bella posizione, dominante sulla Moldava. Durante il corso del tempo è stato distrutto da un incendio, ricostruito e ristrutturato più volte. Attualmente (dal 1918) è la sede del presidente della Repubblica.
Hanno appena aperto i cancelli e parecchie comitive, comprese tante scolaresche affollano l’ingresso in attesa di entrare. Qualcuno fa le solite foto di rito, un po’ ridicole, con le sentinelle preposte alla guardia dei cancelli: dritte, immobili, impassibili. Immagino quello che pensano quando la gente gli si para di fianco per la solita foto, ma sono una signora e quindi non lo dico!
Oltrepassiamo il cortile primo cortile per passare nel secondo cortile (originali questi nomi) per arrivare dinnanzi alla maestosa Cattedrale di San Vito. Le comitive e la gente si affolla all’entrata e visto che sta piovigginando ci infiliamo anche noi.
A secondo di cosa e quanto si vuole visitare, nel castello, sono previste diverse tipologie di biglietti e di prezzi.. Si può decidere di visitare solo la cattedrale, solo il museo, il vicolo d’oro oppure si può prendere un biglietto cumulativo che consente la visita a tutti i siti (350 corone). Scegliamo quest’ultimo.
Visto che siamo già dentro (la biglietteria è all’ingresso della cattedrale) iniziamo, come tutti, la nostra visita dalla cattedrale di San Vito. Si può dire che sia il monumento più imponente del castello. Al suo interno è sepolto San Venceslao e sono anche conservati i gioielli della corona. Impressionante il coro ed anche il pannello in legno ‘Fuga di Federico del Palatinato’. Insomma merita una bella visita accurata anche se è praticamente impossibile muoversi senza essere spintonati o calpestati da una miriade di turisti. Sarà che fuori piove ma hanno avuto tutto la medesima idea.
Usciti dalla cattedrale andiamo ad ammirare la famosa porta d’oro. Dopo di che ci spostiamo nel palazzo reale. Nell’XI secolo il palazzo divenne sede dei principi di Boemia. Si possono ammirare la sala della Dieta (contrariamente a quanto può far pensare il nome, non si tratta di una sala dove si mangia poco ma della sala del parlamento Boemo). Molto belle e ben conservate sono le varie stufe in ceramica collocate nelle diverse stanze… e funzionano ancora! Una di queste è contenuta nella famosa stanza da cui avvenne la defenestrazione. Una sbirciatina dalla finestra da cui, il 23 maggio 1618 i nobili che protestavano contro l’ascesa al trono di Ferdinando d’Asburgo buttarono dalla finestra gli allora governatori imperiali e visto che c’erano anche il segretario di questi ultimi. Effettivamente hanno fatto un bel saltino, circa 15 di metri. Si narra che i tre tizi lanciati dalla finestra si salvarono perché caddero su un mucchio di letame. I cattolici dissero che questo provvidenziale ‘materasso’ lo si doveva ad un intervento divino… beh, non poteva mettere del fieno? Insomma, quest’intervento divino poteva essere un tantino più profumato! A dover di cronaca, i libri di storia dicono che questo fu l’evento che diede inizio alla guerra dei trent’anni e come ovvio il termine ‘defenestrazione’ fu coniato in quest’occasione.
Dopo questa lezione di storia andiamo a visitare il museo nella polveriera dov’è sono esposte le divise utilizzate dall’esercito ceco nel corso della storia. Vi sono anche alcune ricostruzioni di scene di vita militare nel secolo scorso. Devo ammettere che di questo museo non gliene frega niente a nessuno visto che ci siamo solo noi.
Una veloce visita alla Basilica di San Giorgio (era compresa nel prezzo) che si dice essere la chiesa romanica meglio conservata di Praga, che a parte la facciata rossa un po’ troppo appariscente non ha null’altro da segnalare, per lo meno secondo me.
Infine raggiungiamo il vicolo d’Oro, di cui tanto avevo sentito parlare. Si tratta di una stradina stretta stretta costeggiata da una serie di casupole piccole, in tutti i sensi. Basse basse con delle piccole porte e finestrelle. Insomma potrebbe essere la via di casa dei sette nani! Attualmente sono occupate da botteghe di souvenir, ma va... non l’avrei detto!
Una di queste casupole si dice sia stata la casa di Kafka. Personalmente mi aspettavo qualcosa di diverse, sono carine ma nulla di più.
Finito la visita al castello, ci dimentichiamo di andare a cercare i giardini reali. C’è talmente tanta gente in questo posto che non vediamo l’ora di allontanarci un po’ da tutte queste comitive.
Passeggiamo per le vie della città vecchia, passiamo davanti a Loreta e poi ci dirigiamo verso il Parco Petrin. Arriviamo fino alla torre dell’osservatorio, ma visto che il tempo non è molto bello decidiamo di rimandare la salita ad un giorno con un tempo migliore in modo da goderci la vista dall’alto dell’intera città.
Seduti su una panchina al sole del parco ci mangiamo i nostri panini che abbiamo preso al supermercato. Niente male…
Nel pomeriggio ritorniamo verso la città vecchia. Riattraversiamo il ponte Carlo che pullula di turisti e di artisti di strada, dai pittori, disegnatori ai musicisti. Il ponte Carlo è stato fino al 1741 l’unico ponte sulla Moldava, ma dubito che fosse affollato come lo è ora! Ai due estremi presenta due torri e da ambo i lati è un susseguirsi di statue. Una guida è tutta intenta a spiegare alla sua comitiva chissà cosa su una di queste statue, mi auguro che si siano portati il necessario per bivaccare perché mica ce la fanno a passarle tutte in giornata!
Passiamo davanti all’orologio astronomico pochi minuti prima dello scoccare dell’ora, così ci uniamo alla folla già presente per assistere a questo spettacolino. Questo orologio fu costruito e quindi collocato sulla torre del municipio nel XV secolo. La leggenda dice che nel 1490 l’orologio venne ricostruito da un mastro orologiaio, un certo Hanus, ma per impedirgli di farne uno simile altrove venne accecato. Simpatici! Il meccanismo dell’orologio è stato più volte riparato ma è stato completato e perfezionato solo tra il 1552 il 1572 da Taborsky, chissà se sapeva la sorte toccata al suo predecessore circa un secolo prima!
Allo scoccare dell’ora, guidati da San Pietro, uno alla volta, i dodici apostoli fanno la loro comparsa, mentre la statua del Turco scuote la testa e lo scheletro gira la sua clessidra.
Poco distante dalla nostra pensione, dall’altro lato della Moldava, c’è un altro parco cittadino (Letnà). Così decidiamo di fare ancora due passi e raggiungere questo parco, sta arrivando la sera e il tempo sembra essersi ripreso. Dal ponte Stefanikuv si gode di un bel panorama sul castello e la cittadella. Stamattina la tizia della pensione ci aveva parlato di questo ponte e non si può darle torto che la vista è molto bella. Il parco si trova esattamente sulla sponda della Moldava di fronte al quartiere ebraico.
Oltrepassato il ponte prendiamo un sentiero, asfaltato, che porta al parco in questione. Visto dalla strada sembrava piccolo, invece si estende parecchio su questo promontorio.
Passeggiamo un po’ e poi ci cerchiamo una panchina per goderci la vista su Praga e la tranquillità di questo posto. Non ci sono molti turisti. Di fatto non ha nulla di particolare se non essere un parco. Appena il sole cala il freddo si fa sentire così facciamo ritorno alla nostra pensione e ci prepariamo per la cena. Scegliamo un locale poco lontano, consigliato dalla guida. E’ un po’ in stile country, con i tavoli e le seggiole in legno. A parte il nome e le pizze di italiano non ha nient’altro. Beh, un’insegnante di italiano avrebbe da ridire su alcuni errorucci grammaticali sul menù, ma noi apprezziamo l’intenzione e va bene lo stesso.
Subito ci servono una ciotola con dentro una palla di non si sa bene cosa e dei crostini. Veramente noi non lo abbiamo ordinato e su parecchie guide e forum ho letto che queste cose che ti servono sono a pagamento e che spesso costano più del resto. Così siamo un po’ in forse se mangiarlo o meno. Non vorremmo poi che effettivamente questo assaggino ci costi più dell’intera cena. Dopo un po’ di meditazione… prendiamo i crostini e ci spalmiamo sopra sto coso, come si dice “che crepi l’avarizia”! Si tratta di una specie di formaggio con delle erbette e dell’aglio. Mangiamo la pizza che abbiamo ordinato che non è niente male, solo un po’ speziata, il dolce e quando paghiamo il conto l’antipastino che ci hanno offerto non viene segnato. Accidenti alle guide che fanno tutto sto terrorismo. Magari questa brutta abitudine è prevista in qualche ristorante, perché generalizzare a questo modo!
Finita la cena ci concediamo due passi fino al ponte Stefanikuv da dove si vede la città illuminata.
Cena: Pizzeria “La Ventola” – Soukenicka 7 – Praha 1. Costo 400 corone

Domenica 20 marzo 2005
La giornata di oggi promette bel tempo, ci sembra proprio la giornata ideale per deliziarci della vista della città dall’alto. Per non fare il solito percorso e vedere le solite strade scegliamo un percorso alternativo per arrivare fino alla torre dell’osservatorio. Passiamo per piazza Venceslao (Vàclavskè Nàmésti) costeggiata da palazzi storici e hotel dove in punta alla piazza troneggia il museo nazionale. Sulla piazza è presente il monumento alla vittime del comunismo e anche a Jan Palach, un martire anticomunista che nel 1969 si suicidò dandosi fuoco per protestare contro il comunismo. Questa piazza è comunque stata teatro di altri eventi legati alla lotta contro il comunismo, nel 1989 si svolse la marcia di protesta contro la brutalità della polizia e del regime che sfociò in quella che fu definita la rivoluzione di velluto e che rovesciò poi l’allora regime comunista.
Purtroppo per me su questa piazza c’è anche un bel negozio di articoli sportivi e Marco non solo ci da una sbirciatina ma se ne esce con la sua bella borsa degli acquisti!
Per raggiungere l’osservatorio attraversiamo la Moldava sul ponte Legiì, quello esattamente di fronte al ponte Carlo. Anche da questo la vista non è niente male e mamma mia quante formichine sul ponte Carlo.
Arrivati davanti alla torre dell’osservatorio, acquistiamo i biglietti (100 corone) per salire su questa piccola tour Eiffel e ci avviamo verso la scala. Il sistema di salita e discesa è fatto in modo che si sale da una parte e si scende dall’altra e le due scale ovviamente non si incontrano mai. Ci dirigiamo subito al piano più alto, da cui si gode veramente una bella vista su tutta la città. Città che sorge su varie collinette. E’ dal parco Letnà che abbiamo adocchiato un monumento con un tizio a cavallo su una collinetta. Studiamo bene la direzione perché se avanza tempo ci facciamo una scappatina. Non tanto per il monumento, che non abbiamo idea di che cosa sia, ma per la collinetta che non dovrebbe avere una buona vista.
Terminato il nostro giro all’ultimo piano, ci fermiamo ancora un po’ ad osservare la vista dal piano intermedio per poi ridiscendere a ‘terra’.
Nel pomeriggio passeggiamo lungo il parco, passiamo per il piccolo quartiere, passiamo davanti al castello, dove una coppia di musicisti (o forse erano tre?) regala alla già particolare atmosfera di questa città un qualcosina in più che la rende particolare e molto suggestiva. C’è da dire che gli artisti sono proprio bravi, passano da brani di musica popolare o tradizionale a brani di musica classica (come la Cavalleria Rusticana) con altrettanta bravura. In ogni caso le vie del piccolo quartiere sono affollate da musicisti di strada.
E’ domenica anche per noi, e anche se siamo qui a fare i turisti un tranquillo pomeriggio di relax al parco Letnà come tutti i praghesi ce lo prendiamo anche noi. Ci sono molte persone che frequentano questo ed altri angoli verdi della città: genitori con i bimbi, coppie, gente con i roller e gente in bicicletta. Nonostante il traffico della città questi parchi offrono un buon punto dove rilassarsi in tutta tranquillità. Un buon posto per passare la domenica pomeriggio fuori dal caos e dal traffico cittadino senza fare chilometri di strada per raggiungerli.
Io, che nella mia dotazione del buon turista ho sempre un libro dietro, mi immergo nella lettura, mentre Marco si acculturisce leggendo le pagine di storia della città riportate sulla guida.
Per cena torniamo nella pizzeria della sera prima. C’è un sacco di gente. Ma ne scopriamo subito la ragione. Alla televisione trasmettono una partita di hockey, mi dice Marco, che in materia è più ferrato di me, che i cechi, hanno una buona tradizione in questo sport e anche una buona nazionale. Ecco perché sono tutti seduti incollati al televisore.
Questa sera ordiniamo una zuppa e un insalata. Saltiamo il dolce perché tra la zuppa e la super insalatona mista non c’era proprio più spazio per il dolce.
Finita cena andiamo un po’ a spasso per la città. Nonostante il freddo, veramente tagliente, le strade sono molto affollate.
Cena: Pizzeria “La Ventola” – Soukenicka 7 – Praha 1. Costo 450 corone

Lunedì 21 marzo 2005
Dopo una buona colazione ed aver recuperato i nostri panini al fresco nel frigo ci dirigiamo verso la meta di questa mattina. Il monumento a cavallo ubicato su una collinetta. Più o meno abbiamo intuito la direzione. Più o meno perché dopo un po’ che camminiamo abbandoniamo il proposito di andare oltre e ci dirigiamo verso il ponte Hlàvkuk dove ci sono delle isole sulla Moldava. Arrivati a metà del ponte, scopriamo che la direzione che avevamo preso era abbastanza in linea con il monumento che volevamo raggiungere e che non era lontano. Un po’ di pensamenti e ripensamenti e ritorniamo sui nostri passi. Finalmente troviamo l’ingresso di questo parco ed iniziamo a salire sulla collinetta. Incontriamo un solo tizio che fa jogging, per il resto nessuno. E’ perfino piacevole passeggiare da soli in queste parco che sale verso la sommità di questa collinetta dove dovrebbe esserci sto monumento che si vedeva da lontano.
Finalmente arriviamo ai piedi di una gradinata, alzando lo sguardo si vede la statua con un tizio a cavallo. Tutto perfettamente silenzioso, non c’è anima viva mi dico… salgo gli scalini e… alla faccia del non c’era nessuno. Un gruppo di militari, con tanto di banda (stavano facendo una pausa, ecco perché tanto silenzio) stanno facendo le prove per una qualche manifestazione. Quatti quatti oltrepassiamo tutta questa gente e ci rechiamo sulla balconata dove c’è la statua e ci sono già altre due persone che osservano lo svolgersi delle prove. La statua è la statua equestre di un certo Jan Zizka, mentre questa costruzione è il mausoleo nazionale Vitkov (non è aperto al pubblico). A dover di cronaca, questa zona è stata teatro della storica vittoria degli Hussiti sull’esercito cattolico inviato dall’imperatore Sigismonto (che nome!). In pratica il 14 luglio 1420 su questa collina (chiamata Vitkov) le forze hussite, benché numericamente molto inferiori a quelle cattoliche, guidate da sto tipo, Jan Zizka sconfissero l’esercito cattolico. Il mausoleo invece è il simbolo della lotta per l’indipendenza del popolo cecoslovacco. Dopo aver assistito un po’ alle prove abbiamo fatto un giro intorno al mausoleo per scoprire che dall’altra parte ci arriva una bella strada.
Lasciata questa collinetta, consultiamo la cartina per vedere la direzione da prendere per raggiungere il parco Stramovka per pranzo, passiamo dinnanzi al museo nazionale della tecnica, al palazzo delle fiere. Abbiamo proprio deciso di mettere a dura prova le nostre suole delle scarpe… poi con questi sali e scendi chissà che non fa bene anche alla linea.
Il Parco Stramovka è un bel parco alberato (stando alla guida questo è anche il significato del nome), per questo non adatto al nostro pranzo perché noi volevamo una bella panchina al sole e con vista sulla città. Poco male torniamo all’ormai affezionato parco Letnà.
Oggi c’è poca gente che passeggia, qualcuno con il cane e qualche nonna con la carrozzina.
Consultato la guida mi ricordo che non ho ancora visto i giardini reali… poco male, dopo pranzo ci incamminiamo. E’ solo la terza volta che passiamo davanti al castello ma i giardini reali non li abbiamo potuti visitare perché non sono ancora aperti, aprono da lì a pochi giorni. Pazienza, a saperlo prima evitavamo tutta la strada fin qua, però siamo arrivati giusto in tempo per assistere ad un cambio della guardia. La guida diceva che avvengono a mezzo giorno, ma sono le 14… è anche vero che si riferiva all’ingresso principale, qui siamo in uno secondario, forse l’orario non è lo stesso. Così le due guardie, di cui una in avanzato stato di assideramento, vengono sostituite da altri due baldi giovani orgogliosi (dico io) di congelare per la proprio patria.
In ultimo, il quartiere ebraico, per ora ci siamo sempre e solo passati ma non ci siamo mai soffermati più di tanto a vedere la Sinagoga, il cimitero ebraico ed il museo. E nemmeno ci soffermeremo perché manca mezz’ora all’orario di chiusura e anche volendo non avremmo il tempo per vedere tutto. Così facciamo una rapida scelta e diamo una sola sbirciata al cimitero ebraico che sa un po’ di fantasma con tutte quelle lapidi in pietra non proprio perfettamente allineate, e alle facciate delle sinagoghe.
Infine ritorniamo in piazza Staromestske, i monumenti staranno anche chiudendo ma il pomeriggio non è ancora finito.
Ci sono i banchetti come ai mercatini di Natale, tutti in legno tutti perfettamente allineati, con i loro oggetti e il loro artigianato. In uno di questi mi compero anche le uova pasquali di Praga. La prossima settimana è Pasqua per cui non sono nemmeno tanto fuori luogo.
In un altro banchetto invece mi compero uno strano dolcetto, di cui non ricordo il nome, che sembra un braccialetto. Una sorta di biscotto niente male. Ieri o l’altro ieri invece ci siamo comperati un enorme waferone rotondo. Lo sistemano su una piastra, ci spolverizzano sopra delle nocciole sbriciolate, richiudono con un altro disco di waferone, pressano la piastra e viene fuori un dolcetto leggero leggero ma squisito squisito.
Sulla piazza c’è anche una specie di pulpito su cui la gente sale per vedere la piazza un po’ più dall’alto. E’ piacevole vedere il via vai di persone che si muovono sulla piazza. In alternativa si poteva andare a visitare la torre dell’orologio astronomico da cui si gode una bella vista sulla piazza e sulla città.
E così l’ora di cena si avvicina, tanto per non prenderci delle fregature, per cena torniamo al nostro solito ristorante che oltre a non essere male ha il vantaggio che si trova proprio a due passi dalla nostra pensione e visto che oggi di passi ne abbiamo fatti proprio tanti.
Questa sera, nessuna partita di hockey per cui il locale è piuttosto vuoto. Concludiamo la cena con un dolce e poi ce ne ritorniamo in camera a preparare la nostra roba.
Cena: Pizzeria “La Ventola” – Soukenicka 7 – Praha 1. Costo 470 corone

Martedì 22 marzo 2005
Ed è anche arrivato il giorno della partenza, la nostra piccola vacanza sta per finire. Con calma cerchiamo di far stare tutta la nostra roba, compresi gli ultimi acquisti, nel trolley. Impresa non da poco visto che siamo già partiti che era esplosivo.
Lasciato il nostro albergo, facciamo ancora una scappatina fino alla piazza Staromestske, per dare un’ultima occhiata all’orologio e per goderci lo spettacolo delle 10. Ne approfitto anche per prendere due cartoline da portare a casa.
Dopo di che ci dirigiamo alla stazione della metropolitana. Un ultimo sguardo a questa splendida città e la stessa scala ripida che qualche giorno fa ci ha portato nel cuore di Praga ora ci riporta indietro. Prenderemo la metropolitana fino al capolinea e da qui il bus 100 che ci lascierà direttamente in aeroporto.
A Monaco, tra un volo e l’altro, comperiamo due tramezzini per pranzo; sti capperi… a Praga con quello che abbiamo pagato questi due miseri tramezzini ci compravamo panini per una settimana!
Comunque nonostante gli aerei ‘ad elica’ arriviamo sani e salvi a Torino. E così anche questa vacanza è finita… ci saranno le foto da sviluppare, da etichettare e il racconto da scrivere. Così ancora per qualche tempo i nostri 5 giorni a Praga rimarranno vivi e presenti e poi… anche Praga sarà un dolce ricordo.
Na shledanou Praha!

Foto di Anna Marchisio e Marco Giovo
Guide utilizzate:
Il meglio di Praga, Ed. EDT
Praga city book (Corriere della Sera), Arnoldo Mondadori Ed.Pernottamento: Pension Platan - Revoluèní 24 - Praha 1 - Staré Mìsto (CK Petrs – tel. +420 224 215 050 - mail: slovan@petrs.cz - http://www.petrs.cz/ubytovani.php?lang=en&id=22)

2 commenti in “Na shledanou Praha!
  1. Avatar commento
    Cinzia e Simone
    26/07/2009 21:25

    Abbiamo seguito le vostre indicazioni di viaggio e ci sono state davvero preziose. Dalla linea di autobus e metro per raggiungere la pensione Platan alla visita delle bellezze della città Tutto preciso e dettagliatissimo. Grazie infinite

  2. Avatar commento
    Francois
    28/11/2005 21:19

    Praga è una città stupenda, l'ho visitata a giugno di quest'anno e devo dire che è davvero una gran bella città ;-)

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