Torggelen, un magico weekend!

In Alto Adige, fra canederli, speck, mele, castagne e vino nuovo

Abbiamo letto con attenzione l’articolo pubblicato da Ci Sono Stato . it poco tempo fa, riguardante il Torggelen e siamo rimasti affascinati dall’atmosfera che sembrava trapelare fra le righe, dai profumi di castagne e vino mosto e … non abbiamo saputo resistere!
Abbiamo sparso la voce ad amici e alla fine, in poco più di una settimana, grazie alla fantastica organizzazione di Cristina (:-)), abbiamo sistemato tutto per provare l’emozione delle tradizioni altoatesine, riuscendo a prenotare addirittura un pullman per consentire a tutti trenta i partecipanti al nostro week-end, di potersi sedere attorno ad un tavolo di legno in un maso non più solo virtuale.

Dove alloggiare

I masi in cui abbiamo alloggiato sono tutte strutture private e come tali hanno bisogno di essere prenotate in anticipo, tenendo anche conto del fatto che le possibilità di alloggio sono limitate a poche (una decina al massimo) persone.
Noi abbiamo passato la notte al Masuner Hof, ad Aica di Fiè, e il trattamento (bed & breakfast) non potrebbe essere stato migliore.
Sono molte le famiglie che, nella zona, hanno cominciato a mettere a disposizione camere per i turisti, ed è quindi relativamente facile trovare una camera libera informandosi con il necessario anticipo.

Da non perdere

E’ molto difficile riuscire a separare, come di solito vedo viene fatto negli articoli di Ci Sono Stato . it, il nostro piccolo viaggio nei vari capitoletti che compongono un diario; il fatto è che Torggelen vuol dire in prima luogo “mangiare” e, da bravi “torggelenisti”, noi ci siamo alzati ben poco dal tavolo! Proprio per questo motivo abbiamo dovuto unire alle “cose da non perdere” anche quelle relative alla gastronomia, dal momento che sono davvero… da non perdere!

L’arrivo è stato verso le undici di un piovoso sabato mattina, a Bolzano, prima tappa della nostra giornata e del nostro viaggio nella tradizione; la città, anche se il tempo a disposizione per poterla visitare, vista l’inflessibilità sugli orari degli esercizi commerciali, ristoranti compresi, non era tantissimo, ci mostra tutto il suo splendore.
Ci fermiamo in piazza Walter, la piazza principale di Bolzano, e già, complice l’aria fredda che la spazza, dai primi addobbi e dai primi lavori per l’apertura dei classici mercatini, trapela l’atmosfera natalizia che rende magica l’intera città.
Abbiamo solo il tempo per ammirare la magnifica struttura architettonica, tipica delle zone che stiamo visitando, della chiesa, che già dobbiamo addentrarci fra le caratteristiche vie della città, per raggiungere la Hopfen, la birreria dove abbiamo prenotato il nostro primo pranzo.
Il clima che si respira è proprio quello che ti aspetteresti: tavoli e banconi in legno così come gli sgabelli e le sedie, stanze piccole ma accoglienti, le tubature per il trasporto e la spillatura della birra ben in vista, ed un menù a base di piatti tradizionali del Tirolo.
Dai primi a base di speck e panna si passa ai secondi piatti, e qui a trionfare è la carne di maiale servita in mille modi diversi con, come contorno, gli immancabili crauti e le patate al forno; le porzioni sono abbondanti e il sapore non tradisce le aspettative: sicuramente non si deve fare attenzione alla dieta per gustarsi a pieno l’Alto Adige!
Appesantiti dal pasto più che abbondante (colpa anche della nostra golosità, lo ammettiamo!) ripercorriamo le vie di Bolzano per raggiungere nuovamente il pullman ed imboccare la Brennero ancora in direzione Austria; meta è Novacella, nei pressi di Bressanone, per visitare l’abbazia che il paese ospita.
Lo spettacolo che si scopre ai nostri occhi è davvero impressionante: l’abbazia è una struttura imponente, che si nasconde difficilmente in mezzo ad alberi secolari; per raggiungerla è necessario attraversare un ponte coperto, costruito in legno, e la piena del sottostante fiume, marrone per il fango trasportato e talmente impetuoso da portare a valle con sé interi tronchi d’albero, incute un po’ di timore.
Il “rischio” dell’impresa è però ripagato dalla visita dell’abbazia.
Non voglio incantare nessuno dicendo che sia uno spettacolo incredibile o l’opera più bella che si possa visitare, ma i chiostri ben curati, i tipici tetti tirolesi con spioventi molto ripidi, le pareti coperte di edera verde e rossa, il piccolo cimitero interno, adornato di fiori e croci tipiche della cultura austriaca più che di quella italiana, la pioggia che ci inzuppa e le luci accese all’interno delle finestre, le conferiscono un’aria solenne, importante che la rendono ai nostri occhi una cosa meravigliosa.
Altrettanto meravigliosi, almeno per i nostri gusti, non sono i dipinti che adornano le volte dei chiostri interni e la grande chiesa: fin troppo ricchi e barocchi vanno a scapito dell’atmosfera semplice e sobria dei luoghi in cui sono immersi.
Visitata la cantina e l’enoteca, oggi come un tempo preziosa fonte di benessere per l’abbazia vista l’impostazione tipicamente turistica, attraversiamo nuovamente il ponte di legno e torniamo a prendere posto sul pullman; sono da poco passate le quattro del pomeriggio, ma gli orari rigidissimi che impongono gli esercizi pubblici da queste parti (non si pranza dopo le 12.30 e non si cena oltre le 19.30, nemmeno su appuntamento!) ci costringono ad avere premura di raggiungere la nostra meta finale, Aica di Fiè, frazione del piccolo, e bellissimo, paesino di Fiè, ai piedi dello Scilliar.
Qui dobbiamo dividerci in piccoli gruppi in quanto non esiste un vero e proprio albergo che ci possa ospitare tutti e di questo non possiamo che esserne felici: trascorreremo la notte in masi, case-fattorie che mettono a disposizione dei turisti le camere in eccesso e che offrono un servizio di bed&breakfast. L’ambiente è famigliare, non c’è il solito caos che si crea quando si devono stipare trenta persone in poche camere, la pulizia è rigorosa e, anche grazie ai padroni, sempre disponibili ed allegri, sembra davvero di essere a casa propria!
Noi, con un'altra decina di persone, siamo destinati al Masuner Hof. Ci vogliono cinque minuti di strada a piedi, in discesa a tratti anche piuttosto ripida, per raggiungere questa casa a tre piani (di cui uno adibito a scantinato) più una mansarda, dove verremo ospitati queste notte; è già buio quando arriviamo e non possiamo renderci conto di come sia l’abitazione e di cosa la circondi, e solo la mattina seguente riusciamo a vedere la splendida vallata che si apre sotto di noi, i filari di meli che circondano l’edificio, il piccolo paesino che fa da dirimpettaio al di là della profonda valle, il maso più vicino (almeno a 15 minuti di strada a piedi!), la ex-stalla ora adibita a rimessa e a deposito per i macchinari e per la frutta (mele e fragole) e la verdura (in prevalenza patate e cipolle) raccolte.
Riusciamo a portare i nostri bagagli in camera da letto, camere anche spaziose, riscaldate, con bagno privato e con il magnifico piumone (… quelli veri, non i surrogati che ci propinano i negozi in città!) a fare da coperta per la notte, e già dobbiamo tornare sui nostri passi per la cena, in un maso non troppo lontano ma raggiungibile più velocemente con il pullman.
Questa sera comincia il nostro torggelen e per chi non ne ha mai fatto uno e sente gli altri raccontare quanto sia bello e “unico”, l’agitazione sale in fretta; il Gemoaner Hof, il maso che ci ospiterà a cena, raggiungibile solo attraverso una strada secondaria (il proprietario gentilmente ha portato in auto chi non voleva camminare i dieci minuti necessari per raggiungerlo), è composto da tre edifici diversi, uno dei quali costruito interamente in legno, e solo in quello più distante ci verrà servita la cena. Era difficile poter immaginare un ambiente come quello: veniamo fatti accomodare in quella che un tempo doveva essere una stalla, ora arredata con una stufa, quattro ampi tavoli in legno circondati da panche, muri bianchi rustici con appesi gli strumenti di lavoro dei campi e, al di là di una pesante porta in legno una stanza più piccola, con il pavimento in terra battuta utilizzata come frigorifero naturale dove stagionare e conservare formaggi, speck e vivande.
Un sogno, ma il nostro primo torggelen ci stupisce ancora di più!
La cena comincia con assaggi di salame nostrano, formaggio di malga e speck, ma continua (fra una portata e una chiacchierata siamo stati a tavola almeno tre ore) con la tipica zuppa di orzo, wurstel, costine e stinco di maiale, fino a giungere alle immancabili frittelle di mele e alle castagne arrostite sul fuoco. Il tutto accompagnato da vino nuovo e succo di mela e dalla musica, altrettanto caratteristica, di un anziano suonatore di fisarmonica accompagnato dalla moglie nelle sue canzoni popolari.
Siamo stanchi per il viaggio, soddisfatti per quanto abbiamo visto e mangiato e c’è anche chi ha mangiato così tanto da non potersi quasi reggere in piedi, ma non abbiamo ancora visto tutto: il contadino del maso ci raccoglie nei pressi della sua abitazione e ci offre un passaggio fino al pullman che ci aspetta sulla strada principale … in trattore!
Il tipico trattore di montagna, lento e robusto, con un ampio carro tale da poterci ospitare tutti, è stato modificato in modo da ottenere lungo le fiancate laterali delle panche su cui potersi sedere e, nonostante il rumore e le vibrazioni non certo da “auto di lusso”, ci porta fino a destinazione facendo provare a tutti un’emozione che conclude in maniera ottima la serata.

Il risveglio non è per nulla facile per chi ha trascorso le ultime ventiquattro ore seduto su un pullman o ad un tavolo, ma l’aria fresca, i colori di un bellissimo bosco in autunno e le soffici nuvole che fanno da cornice ai piccoli paesini che di vedono dalla balconata in legno della camera, invitano ad alzarsi dal caldo letto.
Ad attenderci in sala da pranzo c’è Monika, la padrona di casa, che ci serve una colazione a base di marmellata fatta da lei, formaggi e prosciutto locali e che ci offre anche l’occasione di acquistare a prezzi veramente modici i prodotti tipici della sua terra e del suo maso. E’ così che il pullman comincia a riempirsi di bottiglie di grappa e liquore di fragole, di aceto di mele e di fragole, di vasetti di marmellata e di cassette di mele e patate.
La montagna ci chiama e non possiamo, anche se in un piccolo gruppo, non risponderle; ci incamminiamo per i sentieri che congiungono i vari masi dandoci come meta il bellissimo castello di Presule, ad una mezz’ora di strada. Il castello, scopriremo poi che è chiuso e visitabile in novembre solo su prenotazione, ci appare, come in una favola, avvolto dalle nuvole che sembrano farlo fluttuare nel nulla così come all’improvviso sembra schiacciarci l’imponenza del massiccio dello Scilliar, svelato dalle spesse nuvole.
La strada del ritorno al maso si allunga un po’ per portarci a piedi fino al Front Hof, anche questo un tipico maso locale, con la bellissima stufa a botte nella sala da pranzo (interamente in legno dal pavimento al soffitto) sulla quale è posta la struttura dei tradizionali letti altoatesini. Sarà proprio il Front Hof a servirci l’ultimo pranzo del nostro Torggelen, a base, come tradizione vuole, di canederli e ravioli di spinaci (davvero unici entrambi e meritevoli dei numerosi bis richiesti!), carne di maiale e, al posto delle frittelle di mele, dei “krapfen” di pasta fritta con al loro interno marmellata di fragole: una delizia per finire in bellezza la nostra avventura!

Torggelen vuol dire davvero genuinità, buona cucina, tradizioni popolari e ricette tipiche, e va vissuto con altrettanta semplicità lasciando a casa lo stress e le inutili pretese “da cittadini” per calarsi il più possibile nella serena quotidianità della gente di montagna.

9 commenti in “Torggelen, un magico weekend!
  1. Avatar commento
    anna e robby
    26/09/2004 18:31

    abche noi vorremmo trascorrere un weekend precisamente per tutti i santi in trentino ma sinceramente non abbiamo la piu pallida idea di quale paese scegliere e dove alloggiare, se c'e qualcuno che puo aiutarci?!? grazie in anticipo

  2. Avatar commento
    walter55
    21/09/2004 22:12

    Anche io e mia moglie saremmo interessati a un soggiorno in Val di Non, magari in autunno.... quando c'è più tranquillità... E' possibile conoscere la località dove la Signora ha l'agriturismo?

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    Nuccia e Baldo
    21/09/2004 00:32

    Interessante la segnalazione dell'agriturismo. Possiamo chiedere qualcosa di più preciso sulla località? Grazie

  4. Avatar commento
    viola
    20/09/2004 18:42

    Sono una signora del Trentino, valle di Non, abito vicino a questi posti ed ho un piccolo, nuovo, famigliare agriturismo con camere ed appartamentini e con un bel giardino attrezzato. Inoltre ci sono molte piste da sci.. Volevo solo dirvi che se volete passare un weekend nelle nostre zone, vi aspetto per farvi assaggiare anche i prodotti della nostra azienda... il mio tel. 0463/874399

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    rowinghood
    23/07/2004 15:29

    Sto partendo (tra 3 giorni) per Aica di Fiè... propostami a caso da agenzia del posto. Per questo cercavo notizie a riguardo. A quanto letto, dovrei aver fatto una buona scelta... Maurizio

  6. Avatar commento
    Harold
    23/11/2002 06:53

    Mi complimento e condivido pienamente quanto espresso nell'articolo. Anch'io ho visitato buona parte delle località descritte e non avrei saputo trasmettere in modo così comunicativo le sensazioni che effettivamente ho provato in quella atmosfera!

  7. Avatar commento
    Camilla
    23/11/2002 06:53

    Non sono sicurissima sia proprio il castello di Presule quello che cerchi, ma qualcosa di strano anche là c'è! L'ho visitato l'anno scorso e ho anche pagato la guida che accompagna nel tour fra le varie stanze; l'atmosfera è certamente particolare e "spettrale"! Inoltre il possessore non era esattamente un "santo", basti pensare che è ancora visitabile un buco, nel pavimento di una delle stanze, dove venivano gettati i prigionieri/condannati e dopo un salto di tre metri venivano dimenticati nella fossa sottostante...

  8. Avatar commento
    Laura
    23/11/2002 06:53

    L'Alto Adige è sempre bellissimo, in qualunque stagione lo si visiti. Sono entrata per caso nel vostro sito perchè cercavo tracce di un castello nello Scilliar che si dice sia stregato!! E non sapendo nè il nome nè l'esatta localizzazione mi chiedevo se fosse Castel Presule, ne sapete qualcosa? Tanti saluti

  9. Avatar commento
    Fulvio Angelo
    23/11/2002 06:53

    Mi congratulo con gli autori per come è stata resa l'atmosfera dell'autunno auotoatesino! Vado in queste zone ogni anno ma me ne rimane sempre la nostalgia. Peccato che non abbiate potuto visitare Castel Presule: è un luogo davvero affascinante e nelle serate estive il suo cortile interno si anima con belle rappresentazioni di musica e teatro.

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