Il Portogallo del nord

La parte più autentica del Paese lusitano, lontano dai clamori del turismo di massa

Il nostro viaggio in Portogallo è un ritorno. Visitammo Lisbona e i suoi dintorni nel 2008, solo per pochi giorni, ma sufficienti per innamorarci.
Per la nostra seconda, ma non ultima, volta in Lusitania visiteremo la città di Porto (Oporto) con il fiume Douro e la regione del Minho (nord occidentale). Inoltre, faremo un salto in Galizia (Spagna) a Santiago de Compostela.
Siamo animati dalla nostra solita curiosità e dal forte desiderio di rivedere l’oceano, dove i nostri pensieri possano liberarsi, sulle fredde acque, verso orizzonti lontani.
In realtà vedremo poco l’oceano, viaggeremo in lungo e in largo tra boschi e colline, e attraverseremo fiumi e paesi (e città) dove il tempo sembra essersi fermato in cartoline a colori.
Le nostre guide: Lonely Planet (pick and mix) capitoli regioni Minho, Tras os Montes, Valle del Douro, Galizia.
GeoGuide Touring Portogallo.PORTO
22 agosto 2010, Sveglia alle 4,20, e via, verso Orio al Serio dove lasciamo l’auto al Travel Parking (35 euro per 8 gg). L’aereo partirà alle 8,00, un’ora dopo il previsto, dopo due ore e mezza di volo tranquillo, alle 10,45 ora locale (1 ora in meno dell’Italia) scendiamo a Oporto dove ci aspetta un clima milanese: nebbia e freddo.
Prendiamo la comodissima metro fino alla fermata Casa da Musica, che dista 10 minuti a piedi dal nostro hotel. Arrivati al Hotel Tuela Porto (prenotato con booking 109 euro 2 notti camera doppia con colazione), dobbiamo attendere che la camera sia pronta così, indossate scarpe comode, partiamo alla scoperta di Porto.
Acquistiamo alla “macchinetta” due tessere Andante valide per le zone centrali, ciascuna al costo di euro 0,50 + 3,45, validità per 24 ore dalla prima convalida utilizzabili su moltissimi mezzi pubblici (metro, bus, funicolari).
Come prima meta scegliamo Bolhao. All’uscita dalla metro vediamo una delle splendide chiese di Porto ricoperta da azulejos bianchi e azzurri, questa meravigliosa visione ci fa immediatamente e inesorabilmente cambiare la prima impressione un poco negativa che avevamo avuto sulla città. Facciamo una visita, purtroppo solo dall’esterno, al famoso mercato di Bolhao, è domenica ed è ovviamente chiuso.
Torniamo in zona hotel, visitiamo la bellissima moderna Casa da Musica, poi pranziamo in una churrasqueria frequentata solo da portoghesi. Con 25 euro in due, mangeremo degli ottimi e abbondanti piatti di carne e pesce.
Finalmente alle 13,00 ci danno la camera, doccia veloce e torniamo in città.
Il primo posto che desideriamo visitare è la Torre dos Clèrigos. Vogliamo dall’alto renderci conto di come è fatta la città e soprattutto, dove si trova il fiume Douro.
Prendiamo di nuovo la metro verso il centro. La metropolitana di Porto, così come quella di Lisbona, è uno spettacolo. Le sue stazioni sono nuove, grandi, e alcune anche belle. La segnaletica e chiara e il sistema dei biglietti è semplice da capire e da usare. Inoltre se hai un momento di esitazione, sicuramente un addetto arriverà in tuo soccorso per aiutarti.
I treni e le stazioni sono presidiati da guardie private, ciò contribuisce a dare un grande senso di sicurezza, ma bisogna sempre tenere gli occhi aperti: i borseggiatori, soprattutto sugli autobus, non vanno certo in vacanza!
Scendiamo alla fermata Sao Bento. Quasi correndo, raggiungiamo la chiesa Dos Clèrigos dove acquistiamo i biglietti (2 euro cad) per salire sulla torre lungo una scala ripida, stretta e soffocante. Giunti in cima, vediamo finalmente il fiume (poco) d’oro, e in lontananza intravediamo l’oceano.
Scattiamo qualche foto, poi scendiamo dalla torre, per raggiungere il fiume.
Dalla Se’ (la Cattedrale), attraverso i vicoli, i tetti e le ripide scale della Ribeira, il bellissimo antico quartiere di Porto, scendiamo sul lungo fiume, pieno di locali e negozi dove seduti su una panchina, accanto a distinti vecchietti portoghesi, ci godiamo il placido fluire dell’acqua verso l’oceano.
Uno sguardo alle nostre spalle ci fa rendere conto di come le case della Ribeira siano a volte costruite una sopra il tetto dell’altra. In tutta la città,ma in questo quartiere in particolare, si alternano abitazioni molto ben ristrutturate, ad altre fatiscenti o addirittura ridotte a cumuli di macerie di ciò che un tempo erano case.
Dalla Ribeira attraversiamo più volte il bel ponte Dom Luis I che unisce Porto a Vila Nova de Gaia. E’ in ferro stile Eiffel, a due piani: al piano fiume passano automobili e pedoni, al piano alto, metro e pedoni.
Con la nostra tessera Andante, prendiamo la funicolare Guindais che dal piano basso del Dom Luis I ci porta a Batalha. Da lì andiamo a visitare la bella stazione dei treni di Sao Bento, con il suo atrio decorato con azulejos.
La sera cena in un centro commerciale vicino al nostro hotel, che ha un intero piano con tavole calde per tutti i gusti, ceniamo al Vitaminas: due insalate di pasta (buonissime) e acqua solo euro 12,50.
La mattina dopo, partiamo alla volta della chiesa di Santa Clara. Vogliamo vedere un dipinto che vi è custodito. Purtroppo, la troveremo chiusa per ferie!
Ci rechiamo così a Vila Nova de Gaia, il paese sulla sponda sinistra del Douro, dove si trovano tutte le cantine del famoso vino Porto.
Nel primo ufficio turistico che troviamo acquistiamo i biglietti dal costo di soli 10 euro cad. validi per una gita sul Douro in barca, durata 50 minuti, e per una visita con degustazione a una famosa cantina di Porto. Da buoni italiani, ci aspettiamo la fregatura, che in realtà non ci sarà. Infatti ci accorgeremo per nostra gioia, che qui tutto è “muito barato” cioè molto economico!
Nonostante il tempo brutto la mini crociera sarà bellissima e altrettanto bella e anche molto interessante sarà la visita alla cantina Ramos Pinto.
Alla Ramos Pinto dopo la degustazione di due buoni bicchieri di Porto, dopo aver compilato un questionario di gradimento ci regaleranno un posacenere ricordo.
Comincia a piovere copiosamente e noi abbiamo lasciato impermeabile e ombrello in hotel! Cerchiamo tutti i mezzi (economici) possibili per tornare in zona hotel senza fare la doccia, così prendiamo anche il vecchio tram elettrico di Porto.
L’Elettrico di Porto non è bello come quello di Lisbona. I tram elettrici qui erano stati dismessi, solo recentemente li hanno reintrodotti per i turisti e si capisce!
Tornati in hotel ci cambiamo e andiamo a pranzo in una tavola calda (14 euro in due).
Nel pomeriggio, la pioggia continua, così facciamo una visita alla Livraria Lello, una fantastica antica libreria (aperta nel 1906), visitabile dal pubblico senza nessun obbligo di acquisto, dove è possibile (noi l’abbiamo fatto!) prendere un te, tra scaffali di legno pieni di libri e quadri.
Lasciata la libreria, prendiamo un autobus in direzione Foz do Douro (più semplicemente Foz). Vogliamo vedere l’oceano, anche se piove e fa freddo. In circa mezz’ora raggiungiamo la Praia dos ingleses che è quasi deserta, il mare é in tempesta e da’ un sensazione bellissima, scattiamo qualche foto e poi torniamo in albergo al caldo.

MONTE BOM JESUS
24 agosto 2010. Il sole brilla in cielo. Dopo colazione, con l’autobus 601 (biglietto a bordo 1 corsa euro 1,50) ci dirigiamo verso l’aeroporto.
E’ proprio dal finestrino di questo bus, che scorgiamo, increduli, tra alti e moderni palazzoni, un serio signore in abiti tradizionali che guida il suo carretto tirato da un mulo. Quest’immagine è emblematica del Portogallo che noi conosciamo, un paese dove solida tradizione e modernità convivono, apparentemente senza contrasti.
In mezz’ora circa siamo dal noleggiatore locale Europecar (avevamo prenotato l’auto con Autoeurope al costo di euro 155 per 5 giorni). Acquistiamo anche un’assicurazione full risk che copre tutti i danni senza franchigia, al costo di 80 euro IVA compresa, diamo un anticipo di 80 euro di pieno carburante e ritiriamo una nuova fiammante Seat Ibiza. Purtroppo è un’auto a benzina che in Portogallo è molto cara (più di euro 1,40 al litro).
Prendiamo la strada per Braga e per il Monte Bom Jesus, dove si trova il nostro hotel prenotato con booking (una doppia per 1 notte con colazione euro 60, compreso ingresso in un centro benessere). L’hotel Do Lago si trova proprio in cima al monte, in mezzo al bosco, in una zona attrezzata per pic nic e gite familiari. Il santuario e il monte sono raggiungibili in auto, a piedi attraverso un bel sentiero oppure con un elevador. Quando arriviamo, alle 11,00 è ancora presto, e non c’è molta gente, ma nel corso della giornata arrivano tante persone: devoti, famiglie, turisti e gitanti che affollano il luogo con modi rispettosi e rilassati. In generale abbiamo notato che i portoghesi non sono chiacchieroni, anzi sono di poche parole e non alzano mai la voce.
La cosa più bella che vediamo qui, motivo della nostra visita, è la famosa scalinata barocca, parte finale del sentiero che dal basso porta al santuario. Confermiamo ciò che dice la nostra guida: il momento migliore per vederla non è durante il giorno, in piena luce accecante, ma alla mattina o alla sera, quando la luce si fa più tenue e i colori sono più saturi.
La sera scendiamo a Braga, che dista pochi chilometri, per la cena.

GUIMARÃES
25 agosto 2010. La mattina scendiamo dal monte verso Guimarães, attraversando profumatissimi boschi di pini e eucalipti. Le strade che percorreremo, sia in Portogallo che in Galizia, spesso saranno così, un continuo serpeggiante saliscendi tra boschi.
Guimarães ci è stata consigliata da una turista argentina conosciuta a Porto che l’ha definita “Muy hermosa”. Effettivamente è molto bella. Il suo centro storico è interamente ben ristrutturato, diversamente da quello di Porto. Probabilmente sarà dovuto al fatto che, come segnalato dalla nostra guida, si tratta di una città con un discreto tenore di vita. Passeggiamo un po’ per le vie e le piazze e visitiamo il Castello (entrata gratuita) poi, inondati da uno splendido sole, partiamo per la Spagna .

GALIZIA
In Spagna, per non pagare l’AP (Autopista), decidiamo di percorrere le strade nazionali, senza pedaggio. Per questo ci perderemo per ore tra i boschi e le colline galiziane, fino a che per fortuna, un gentile commesso di un autogrill ci accompagnerà sulla strada della nostra destinazione: A Estrada, piccolo borgo nelle campagne a 20 km da Santiago de Compostela.
Arriviamo non senza fatica all’agriturismo Torres de Moreda, trovato in internet e prenotato per due giorni (due giorni camera doppia con colazione 140 euro). Il posto con il sole è bellissimo, c’è anche la piscina e nell’aria (sembra una allucinazione) risuona la cornamusa di un musicista locale.
Ci rilassiamo fino all’ora di cena. Dopo di che usciamo alla volta di Vilagarcia, una località marina nelle Rias Baixas, che si trova a più di 35 chilometri da lì, dove facciamo una lunga passeggiata sulla spiaggia piena di alghe.
Ceniamo, a base di mariscos, poi ritorniamo all’agriturismo.

SANTIAGO DE COMPOSTELA
26 agosto 2010. Piove e fa piuttosto freddo. Alle 11,00 raggiungiamo facilmente Santiago, parcheggiamo in Praza Roxa, a pagamento, e ci incamminiamo verso la famosa cattedrale.
La Cattedrale vista dalla Plaza do Obradorio è bella. Sotto la pioggia ha un fascino tutto particolare: la grigia pietra bagnata sfuma in un irreale color ruggine. Facciamo una coda di 2 ore per entrare dalla porta di Praza da Quintana, posta alle spalle della facciata principale della Cattedrale. Una volta entrati riusciamo a malapena a muoverci per vedere l’altare e il Botafumeiro che oscilla ancora lievemente. Vorremmo vedere la statua del Santo e la sua tomba, ma per farlo ci chiedono di uscire e di rientrare da un'altra porta. Rinunciamo perché dovremmo aspettare altre ore sotto la pioggia!
Così andiamo a mangiare un mediocre menù turistico (20 euro in due). Facciamo una breve visita al chiostro dell’Università di Santiago, poi partiamo in auto per la Costa da Morte.
Purtroppo il tempo è brutto: pioggia nebbia e vento ci accompagnano. Facciamo due sole soste: a Muros e su un promontorio che si trova nei suoi dintorni.
Vedendo la costa in quelle condizioni atmosferiche comprendiamo bene l’origine del suo nome.
La sera ceniamo a Estrada in un locale argentino dove il titolare ci consiglia la nostra prossima meta in Portogallo: la località marina Pòvoa de Varzim.

PORTOGALLO
FIUME MINHO
27 agosto 2010 Lasciamo la Galizia, nuvolosa, e torniamo felici nel sole del Portogallo. Dopo il confine visitiamo velocemente Moncao, poi ci fermiamo a Valenca do Minho, un piccolo borgo circondato da mura difensive, affacciato sul fiume Minho che segna il confine con la Spagna.
Questa cittadina ha una particolarità: è piena di negozi di biancheria per la casa, di buona qualità a buon prezzo e per questo motivo è meta commerciale di tanti spagnoli che l’affollano numerosi durante il giorno.
Per mangiare attraversiamo di nuovo il fiume Minho sull’ennesimo, ma bellissimo, ponte stile Eiffel che unisce Valenca alla graziosa cittadina spagnola di Tui. E’ proprio a Tui che ci concederemo per l’ultima volta piatti tipici galiziani.

POVOA DE VARZIM
Dopo pranzo ci avviamo verso la costa, oltrepassiamo Caminha e Viana do Castelo, per fermarci a Pòvoa de Varzim, una cittadina costiera che si trova circa 20 chilometri a nord di Porto.
Pòvoa è collegata a Porto dalla Metro e sembra prevalentemente una meta di turismo locale. Ha un casinò, alberghi e locali di lusso, ma non solo. Prendiamo una camera al Torre Mar (due notti euro 116 doppia con colazione), un tre stelle, più che accettabile che si trova in periferia.
E’ pomeriggio inoltrato, decidiamo di passare un po’ di tempo sulla spiaggia libera (comunque dotata di docce e cestini della spazzatura). Sull’oceano soffia un vento forte e freddo e noi che non siamo dotati, come gli altri bagnanti, di paravento dietro cui ripararci, resistiamo poco!
La sera ceniamo in un McDonald affollatissimo.

DOURO - AMARANTE
28 agosto 2010. La mattina decidiamo di risalire il fiume Douro verso l’entroterra, così da Porto prendiamo una strada normale in direzione di Entre os Rios.
Ci perdiamo tra i boschi e le colline, fino a quando nei pressi di Esposade riusciamo a immetterci sulla strada che costeggia il fiume d’oro. Il panorama è bellissimo: il fiume scorre apparentemente placido e imponente sotto di noi, il sole brilla nel cielo, e nell’aria aleggia un profumo di sardine alla griglia!
Arriviamo al bivio per Castello de Paiva e attraversiamo il ponte incuriositi da una enorme statua con le fattezze di Angelo. Scopriamo che si tratta di un memoriale a ricordo di un assurdo incidente avvenuto nel 2001, in cui a causa del crollo del ponte sul fiume (che collegava Entre-os-rios a Castello de Paiva) persero la vita 53 persone.
Torniamo sulla riva opposta e prendiamo la strada per Amarante, una piccola cittadina sul fiume Tàmega.
Giunti in Amarante, parcheggiamo gratuitamente, nei pressi della Chiesa di San Goncalo, che secondo la tradizione locale è il Santo protettore dei matrimoni e finalmente pranziamo, senza infamia e senza lode, in un locale sulla piazza della chiesa stessa.
Dopo pranzo decidiamo di visitare il Museo d’arte contemporanea intitolato a Amedeo de Sousa Cardoso, pittore portoghese nato ad Amarante nel 1887 (morto nel 1918).
Il museo è in un antico edificio annesso alla Chiesa e si sviluppa su due piani. La sua visita (ingresso 1 euro) ci sorprende: mai ci saremmo aspettati di trovare, in questo “piccolo” museo di provincia, così tanta bellezza.
Oltre alla grande (e splendida, secondo il nostro parere) collezione permanente di pittori portoghesi contemporanei, c’è un intero salone dedicato al de Sousa Cardoso, che da solo meriterebbe la visita.
Inoltre, dal 17 luglio è stata inaugurata qui un’esposizione di lavori dell’Atelier Rigal di Parigi (incisore). Anche l’esposizione temporanea Rigal è molto bella, sono tante le opere e ognuna si rivela un piccolo capolavoro.
Tra l’altro, siamo gli unici visitatori, così abbiamo modo di soffermarci a lungo su ogni singolo quadro. Nel chiostro riusciamo anche a scattare un paio di fotografie alle nostre sculture preferite!
Usciamo da lì, molto felici. Questo incontro, inaspettato e intenso con la pittura portoghese contemporanea, non fa che rafforzare la nostra passione per questa terra.

Lasciamo Amarante e torniamo a Pòvoa per la nostra ultima sera in Portogallo.
E’ un sabato di agosto e la cittadina è affollatissima.
Con la solita malinconia da “ultima sera di vacanza” raggiungiamo il lungomare centrale, che è pulito, ordinato e molto gradevole (c’è anche una dolce musica in filodiffusione). Tra i tanti locali per tutti i gusti e per tutte le tasche che vi si trovano, noi decidiamo di provare una discreta pizzeria portoghese!
Poi, per l’ultima volta volgiamo lo sguardo (e il naso) all’oceano e torniamo in hotel.
Il giorno dopo alle 9,00 abbiamo il volo che ci riporterà, con tanta malinconia in Italia.

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