Viaggio in Grecia

In giro tra Atene e le isole

19 Agosto - 2 Settembre 2002

1 – Sul volo Olympic per Atene ci offrono moussaka e dello squisito yogurt, che noi mangiamo voracemente mentre sorvoliamo le prime isole del mar Egeo, pregustandoci dall’alto la vacanza che ci aspetta.
Eccoci in viaggio per la Grecia, a darci una botta di cultura e ad abbronzare le nostre bianchicce carni.
Il nuovo aeroporto di Atene non è ancora terminato e scarseggia di negozi e shop center: ritiriamo la nostra valigia (veramente sono più di una!) e ci fiondiamo in albergo per doccia e riposino.
Cioè, noi crediamo di fare un riposino, solo che l’albergo scelto (un presunto tre stelle) pur se pulito e decente, ha una location molto particolare: le stanze che danno sulla via principale godono della bellissima veduta su un parcheggio multipiano fornito di auto non crediamo neanche catalitiche; le altre, che danno sul retro, affacciano su un palazzo abbandonato e sede di una discarica di… tazze per bagno (leggi: orinatoi) di varie dimensioni e colori: saranno i primi reperti archeologici trovati?
Siamo comunque situati alle spalle di piazza Omonia, non certo luogo molto chic ma la vicinanza della metropolitana è strategica per poterci muovere.
Andiamo di sera alla Plaka per la cena, e ne approfittiamo per fare un giro veloce e notturno: il quartiere è bellissimo sotto la luce dei tanti lampioncini dei ristoranti e dei negozi ed è delizioso camminare tra i piccoli vicoletti, le case antiche e i giardini pensili. Su tutto svetta la mole del Partenone illuminato.
Troviamo un ristorante molto carino davanti l’Agora Romana e mangiare alla luce della luna con la Torre dei Venti in bella vista e il Partenone sullo sfondo è veramente emozionante (nota stonata: ogni tanto un’auto strombazza a pochi metri!).

2 – Per visitare Atene la cosa migliore è di fare degli itinerari da dividere per i giorni di sosta: il primo che abbiamo fatto ci porterà al centro partendo dal monumento principale.
L’ingresso alla collina del Partenone avviene dal lato sud ed iniziamo bene perché, mostrando false carte studentesche, entriamo gratis.
La salita al Partenone prevede la sosta e la visita ai monumenti che incontriamo: il primo è il teatro di Dionisio, posto sul fianco della collina.
Qui si tenevano rappresentazioni antiche con colonne e tempii a far da sfondo scenografico.
Salendo un po’ di più, si arriva ai primi resti abitati: del foro resta ben poco se non la planimetria e tutt’intorno muri e pietre ci indicano la vastità e l’operosità dei greci antichi.
Prima di entrare nel vero accesso alla cima e quindi al Partenone, ci fermiamo all’Odeion, teatro fatto costruire da Erode il Grande e sede tuttora di spettacoli e manifestazioni.
Il Propileio è un’ampia scalinata che conduce al’ingresso: dalla sua sommità si scorge l’ampio panorama sul Filippeio e sull’Agorà Romana.
Varcata la soglia, entriamo nel vasto spazio e subito alla nostra destra il Partenone si erge solitario e sublime.
Ci giriamo intorno, apprezzandone la sua architettura, i suoi fregi, le sue slanciate colonne, le sue illusioni ottiche e ripercorrendone la storia.
Nel vicino museo visitiamo varie antichità fra cui alcuni mosaici, piccole statue che adornavano l’interno e le Cariatidi originali.
Dallo spiazzo si gode un vasto panorama a 360° ed è meglio premunirsi di cappellino sia perché fa caldo, sia perché spesso tira un forte vento.
Altro monumento interessante è l’Eretteo con la sua Loggia delle Cariatidi: purtroppo non ci si può avvicinare troppo e la foto è fatta da opportuna distanza ma anche lui ha il suo fascino particolare.
Compiuta la visita, discendiamo dalla collina e ci rechiamo nella vicina Agorà romana dove, in un vasto spazio, sono raccolti i resti della città e di alcuni monumenti.
Camminiamo fra muri e olivi, immaginando quanto più possibile la vita che si doveva svolgere qui migliaia di anni fa.
La sera compiamo lo stesso tragitto di quello precedente: giro per la Plaka e ricerca di un ristorantino tipico.
Ne troviamo uno in una traversa di Adrianou, molto carino e con un fiorito giardino pensile.

3 – Siamo fermi davanti il Parlamento per aspettare il cambio della guardia che qui si tiene ogni giorno alle 12: due militari in tipica tenuta greca sostano da un po’ sotto il sole. Allo scoccare dell’ora prevista, compaiono all’improvviso altri due militari: marcia tipica; scambio con passi misteriosi e particolari; posa plastica per il turista che vuol immortalare l’evento e il personaggio.
Dopo tutto questo show, lasciamo la Syntagma e ci rechiamo nei vicini giardini: attraversali è un toccasana, visto il caldo che qui c’è. E poi sono tenuti molto bene.
Usciamo dalla parte opposta e, con una breve camminata, ci rechiamo al vecchio Stadio Olimpico, dove si tenevano i primi Giochi: benchè restaurato, ha ancora il suo fascino. Dalle gradinate più alte lo sguardo spazia dal Partenone al Licabetto e sotto immagini atleti che gareggiano fra loro per ottenere la corona di alloro.
Poco distante si eregge lo Zappeion, palazzo di stile neoclassico ora utilizzato per congressi e varie.
Atraversiamo quindi la strada per portarci alle rovine del Tempio di Giove il Grande: le alte colonne svettano nella vasta spianata e tutt’intorno scorre il traffico cittadino.
Da qui ci inoltriamo nella Plaka, costeggiando la torre di Adriano e percorrendo la Adrianou fino alla Mitropoli, chiesa ortodossa al centro della città: entriamo per visitarla ma dentro è cupo e buio, come tutte le chiese.
Il pomeriggio lo passiamo all’Agorà greca, ad ammirare la Torre dei Venti e i suoi bassorilievi rappresentanti appunto i venti principali conosciuti dagli antichi greci e le vestigia della piazza principale, dove scorreva la vita locale.
Infine, con la metro, raggiungiamo il Kerameikos, per la visita delle tombe della via sacra che portava fino a Delfi.
In serata ritorniamo al primo ristorante visitato, considerato che lì abbiamo mangiato dell’ottima moussaka e del buon tzatziki.

4 – Piccola escursione fuori Atene verso il Monastero di Dafnì ma forse era meglio recarci a Capo Sounion: troviamo il complesso chiuso ed in restauro per i danni di un recente terremoto.
Alquanto arrabbiati, ripieghiamo sulla visita al Museo Archeologico Nazionale, che risulterà molto interessante.
Provenienti dagli scavi archeologici presenti in tutto lo Stato, il Museo si compone dei reperti più preziosi e pregiati che sono stati rinvenuti e che hanno permesso la ricostruzione della vita di una delle più grandi civiltà esistite.
In teche di vetro use a protezione si possono trovare monili, oggettistica d’uso comune e cavalleresca, monete e mascheroni funerari e appesi alle pareti riproduzioni di mosaici e dipinti.
Interessantissime le statue dei più grandi scultori greci, fra cui spicca l’Apollo di Fidia.
Passiamo molto tempo qui e ne usciamo pienamente soddisfatti.
Il resto del giorno lo trascorriamo in giro per il centro e la sera riusciamo a scovare un delizioso ristorantino con un pergolato molto bello proprio sotto le mura del Partenone, che così ci sovrasta e ci ricorda che è l’ultimo giorno ad Atene.

5 – Il decollo sulla “corriera” volante che prendiamo non è tra i più pratici ma l’aereo subito si mette in sesto e ci permette di godere dall’alto delle tante isole che sfilano sotto di noi.
Quando inizia a perder quota e a compiere ampi giri, capiamo che stiamo per arrivare alla nostra seconda tappa: Mykonos.
A riguardo ci avevano avvertiti: se Atene è sporca, rumorosa e caotica, le isole sono proprio un mondo a parte.
Intanto il nostro taxi ci lascia davanti l’appartamento che abbiamo fittato: posto su una collinetta poco distante dal centro, quando entriamo troviamo un ambiente molto accogliente e la sorpresa maggiore è che, aperta l’ampia finestra, dalla nostra terrazza si gode di uno splendido panorama sulla città e sul suo golfo.
Le case bianche, i famosi mulini, le piccole isolette, le prime luci della sera rendono questa veduta veramente incantevole.
In serata breve giro per la Chora, ovvero il centro di Mykonos, tra taverne, bar e disco alla moda.

6 – Primi giorno in assoluto da vivere a Mykonos e primo giro per iniziare a conoscerne le bellezze
Partiamo per la spiaggia più trendy, modaiola e affollata in assoluto: Super Paradise Beach.
In autobus si arriva fino a Plaia Yatilos e poi si prende il battellino che ogni mezz’ora unisce con la spiaggia.
L’ampia insenatura di SuperParadise Beach accoglie non solo i tanti bagnanti, ma anche i numerosi yacht che si fermano attratti dal mare cristallino, dalla fervente vita diurna (e notturna) e dal sole che batte qui tutto il giorno.
Sulla spiaggia trovano posto famiglie, coppie legittime e non, nudisti, hippie, gay e lesbo, trans e quanto di vario possa essere la natura umana, senza remore e senza pudori ma con tanto rispetto: questa è vera multietnicità!
Bagni e tuffi rallegrano la giornata e poi una passeggiata sul costone destro per ammirare da lontano questa piccola trasgressiva baia.
Ritorniamo in serata e, dopo cena, giro per i locali con rientro ad ora imprecisata.

7 – Altro giorno ed altra spiaggia: la prescelta è Elia beach.
Fortunatamente l’autobus ci lascia proprio davanti l’ingresso al lido così percorriamo un breve tratto e ci sistemiamo in una caletta veramente tranquilla e bella, dove trascorriamo tutto il pomeriggio ad abbronzarci e a tessere le corde per le prime conoscenze.
Il posto è comunque bello e molto “libero” ma non ha il fascino di Paradise Beach.
Un passaggio tra gli scogli permette in 5 minuti di raggiungere la vicina Plaia Paranga, dal sapore più familiare e dove è possibile effettuare anche degli sports, tipo lo sci nautico o il paracadutismo di mare.
In serata altro giro tra locali e disco con le nuove conoscenze.

8 – Per essere meno vincolati agli orari degli autobus, decidiamo di noleggiare un motorino: è economico, comodo e puoi muoverti quando e come vuoi.
Il nostro, leggero catorcio, ci porterà dovunque ed infatti, mentre andiamo verso la spiaggia di Paradise Beach ci fermiamo lungo la strada per ammirare una piccola chiesa ortodossa.
Usiamo i nostri pareo (acquisto da fare al centro assolutamente) per coprire le “pudenda” ed entriamo in questo santo e delizioso luogo, completamente avulso dal casino e dalla peccaminosa vita che c’è fuori.
Paradise Beach, raggiungibile comunque sia col battello che con l’autobus, si apre a ventaglio in un’altra caletta dell’isola, circondata da due montagne e, scopriamo poi, con alle spalle la pista dell’aeroporto (sappiamo ora che era questa la spiaggia vista durante l’atterraggio).
Molto più tranquilla rispetto alle altre, ci sono però due bar che nel tardo pomeriggio fanno spettacolo e disco: frotte di giovani e non di tutte le razze ed età affollano così questo posto e lo rendono movimentato e frenetico.
Ovviamente, dopo il bagno e la tintarella, ci uniamo anche noi alle danze e alle feste locali.
La sera non siamo di meno, tanto per non cambiare.

9 - Con il nostro motorino scorrazziamo per l’isola, andando in altre spiagge: prima alla Panormo Beach, ventilatissima (qui soffia sempre il Meltemi) ed adatta ai windsurfisti e poi alla Ano Mera.

10 - Oggi il tempo non è clemente: tira un forte vento e il sole entra ed esce. Fare mare non ci conviene così ci dedichiamo ad una escursione culturale: facciamo una gita a Delos.
Un veloce battello ci prende dal molo antistante il porto di Mykonos e ci deposita, dopo quasi averci fatto vomitare pure l’anima, al porticciolo dell’isola.
Consueta fila per i biglietti (non pagati: sono studente per la mia tessera) ed entrata nel parco archeologico.
Delo è un’isola che i greci consideravano sacra: qui si riteneva fossero nati
Apollo e Diana dopo che Latona aveva abbandonato Giove.
L’isola, guarda caso, è proprio posta al centro di quel cerchio di altre isole che ora noi chiamiamo Cicladi (da cyclòs, cerchio) proprio perché tutte intorno a lei.
Una grande città sorgeva qui, sacra e dedita al commercio ma una scelta sbagliata di posizioni politiche ed alleanze la portarono alla distruzione da parte degli Ateniesi.
Ciò che rimane ora è quello che visitiamo: L’Agorà, il bellissimo Viale dei Leoni, lo Stagno Sacro, dove si ritiene che siano nati i due déi, il piccolo museo locale e la scalinata che, salendo e lambendo templi antichi, arriva fino alla cima del monte Khitos.
Da qui lo spazio vaga sull’arcipelago e il sole risalta la bellezza di questa e delle altre isole.
Scendendo, ci fermiano alla Casa dei Delfini e poi al Teatro antico.
Torniamo a Mykonos stanchi e ben contenti per la visita fatta.

11 – Anche oggi che il tempo non promette bene effettuiamo una visita: finalmente ci dedichiamo a girare di giorno per le strade della Chora.
Se di sera i vicoletti trabordano di gente alla ricerca del divertimento fra bars, locali, ristoranti e quant’altro, di giorno la città cambia completamente faccia.
Dal piazzale antistante i famosi mulini, si gode un bel panorama sulla città e sul quartiere più famoso: Little Venice, detto così per le sue case affacciate sul mare.
Prima di arrivare ai vicoletti bianchi, sostiamo davanti una chiesetta ortodossa (si dice che ce ne siano tante per quanti sono giorni dell’anno).
Little Venice è veramente un angolo pittoresco con le sue case bianche dalle finestre e porte colorate e non di meno sono i suoi vicoletti stretti, dove negozi di souvenirs e di monili si aprono sulla strada.
Sbuchiamo nel porto dell’isola davanti la Chiesa di Paraportiani, la più grande dell’isola ma più deliziosa è la chiesetta dei pescatori, situata proprio sulla camminata marina.
Ci inoltriamo per Matoyanni, la strada principale, ricca di boutiques alla moda e di abiti firmati nonché di locali e negozi di souvenirs fino alla scuola di Belle Arti, e percorsa dai turisti e dai locali peggio che se fosse via del Corso a Roma o Corso Vittorio Emanuele a Milano.
Ci reimmettiamo nei più tranquilli vicoletti e scopriamo piccole botteghe artigianali di legno o ceramica, sartorie di scarpe o scialli, giardini pensili e pergolati in fiori ed un pope seduto davanti una minuscola cappella che òra nella sua lingua e ci invita ad entrare in quel minuscolo angolo.
Torniamo a casa convinti che le facce di questa isola sono multiple e varie.
La sera, come ovvio, preferiamo la più vivace e trasgressiva.

12 – 13 – 14 – Ovviamente gli ultimi giorni sono dedicati al sole e al mare, ritornando alle spiagge che più ci hanno colpito e dove ci siamo di più divertiti, visto che la scelta è varia ed ogni posto è sempre bello.
Togliamo qualche ora alla tintarella per dedicarci allo shopping: si può tornare a casa a mani vuote?
Quindi incetta di spugne, quadretti colorati, ventagli folkloristici, piccole bamboline e l’immancabile bottiglia di ouzo.

15 – Stavolta la moussaka non l’abbiamo trovata e lo yogurt non era buono come all’andata: il ritorno, fatto in stato catatonico per la folle notte trascorsa prima della partenza e l’alzataccia mattutina ci vede in coma fino ad Atene e per due ore a tentar di star svegli nello spoglio e vasto aeroporto in attesa della coincidenza.
Rimettiamo piede a Milano e ci trasciniamo fin casa, pensando solo a riposare e non alla nostalgia che ci prenderà appena ci renderemo conto che siamo tornati.
Ma sbaglio o siamo tornati più stanchi della partenza? Allora ci occorre un’altra vacanza in Grecia…

Antonio e Roberto

2 commenti in “Viaggio in Grecia
  1. Avatar commento
    anyvdorgt ivxnd
    15/08/2007 04:24

    epmvtki xeopmry vinha jxzctma jobgcaw qbpxim qrunady

  2. Avatar commento
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    28/05/2006 22:13

    commento valido di prova

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